Skip to main content
Paolo Perlini

CHIAMATEMI PERPETUA MA IL MIO NOME È MIMÌ

CHIAMATEMI PERPETUA MA IL MIO NOME È MIMÌ

TERZO CLASSIFICATO A GIALLOFESTIVAL 2023

La chiesa di San Simone è famosa per due particolari. Il primo riguarda la reliquia del santo, o meglio, un dente della sega che fu usata dai pagani per renderlo martire e santo. La seconda è per la giovane perpetua di nome Mimì: un caschetto di capelli biondi che termina con due trecce laterali sulle spalline della salopette di jeans. È lei a trovare il corpo senza vita di Alberto Casati, uomo di dubbia moralità, donnaiolo impenitente, titolare del night club La Mezzaluna, eppure in buoni rapporti con il parroco don Giovanni. Non è impressionata dalla fine di questo uomo: è attratta di più dal profumo di mandorle intorno al suo collo. Ed è il suo fine odorato che alla fine la porta a scoprire segreti che mai avrebbe voluto sapere. Tra questi, anche i suoi.

Leggi il primo capitolo

Prologo

 

Quel giorno di agosto, mentre il signor Alberto Casati aveva fermato la sua Giulietta sul ciglio della strada statale 11 per far scendere l’ucraina Olga, a Milano un pensionato moriva in garage nello stupido tentativo di salvare la sua auto dalle fiamme.
Sempre quel giorno, il signor Casati, dopo aver pagato e salutato l’ucraina Olga, scese dall’auto e approfittando della portiera aperta che oscurava la vista, si mise a pisciare sopra un cespuglio di ortiche. Nello stesso tempo, sull’Aurelia si sfilacciava una coda interminabile e una donna partorì il suo quarto figlio sul sedile posteriore di una Fiat Multipla.
Quando il signor Casati, soddisfatto per come aveva trascorso l’ultima ora, si tirò su la cerniera, a Caserta una ragazza attraversò i binari con le cuffie nelle orecchie. Finì male lei, e pure le cuffie, e finì male anche la zanzara che spinta dalla curiosità si ritrovò nelle mutande del signor Casati.
Sì, era un caldo pomeriggio d’agosto ed erano pochi i luoghi in cui si poteva stare al fresco: il centro commerciale, la chiesa parrocchiale, i sotterranei del cimitero monumentale.
Casati scelse la seconda, perché aveva modo di confessare il proprio peccato e mettersi l’anima in pace. Accostò l’auto di fronte al bar gelateria di Manuel, dove avrebbe fatto pausa in seguito, entrò nella chiesa intitolata a San Simone, si passò una mano sulla fronte per tergere il sudore e poi andò dritto nel confessionale. Nell’attesa che arrivasse il sacerdote, aprì la cintura dei pantaloni e diede una scrollata alla camicia che si era appiccicata alla schiena.
“Prima o poi Olga mi farà morire” pensò facendosi aria.
In quel momento, la zanzara che era rimasta acquattata sull’orlo delle mutande, forse tramortita, rinvenne e prese la fuga.
“Devo smetterla. Olga è troppo giovane e pure costosa” pensò rimettendo a posto la camicia e chiudendo la cintura.
Si mise seduto, si passò la mano sul mento mal rasato e alzò gli occhi.
“A dire il vero avrei anche voglia di cambiare. La sua amica Irina ha degli occhi stupendi, ma pure le tette, eh.”
Proseguì per qualche minuto lungo questi pensieri, premendo due volte il pulsante incastonato nel confessionale, quello che serviva per richiamare il sacerdote.
Morì prima di pigiarlo per la terza volta.

Specifiche

  • Genere: Giallo
  • Collana: I gialli Damster
  • Formato: 14x20
  • Pagine: 338
  • ISBN: 978-88-6810-559-4
  • Anno pubblicazione: 2023
  • Prezzo copertina:: 16
  • Esiste la versione ebook?: no

Link per l'acquisto del libro dall'editore

Link alla casa editrice