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Silvana Segapeli

LO STRABISMO DI VENERE

LO STRABISMO DI VENERE

Venere si sveglia in un letto sfatto con un dolore alla testa e una sensazione di sgomento senza precedenti. Qualcosa è accaduto nella sua camera d’albergo, ma non ne conserva memoria tranne qualche sporadico flash. La convention cui ha partecipato la sera prima per conto del proprio giornale ha avuto come protagonista un senatore, poi ritrovato ucciso con una pugnalata al petto. Venere si immerge in un’indagine parallela a quella della polizia, evitando le manovre di riavvicinamento del suo ex fidanzato e lasciandosi coinvolgere dal fascino di Leonardo, fotografo free lance con un atteggiamento ambivalente nei suoi confronti. Tormentata dal dolore per la morte della propria amica Anna, partita con Walter per un viaggio di nozze finito tragicamente, Venere non accetta di rassegnarsi a quella perdita senza poterne chiarire l’esatta dinamica. Sarà la sua intuizione a guidarla nella ricerca della verità nell’uno e nell’altro caso, e il suo coraggio a farla rischiare in prima persona. 

 

 

Silvana Segapeli è nata e vive a Bologna. 
Ha pubblicato per Italic Pequod il romanzo Una zattera di nuvole (2022) e diverse raccolte di racconti con lo pseudonimo di Marzia Bristol: Racconti per quattro stagioni (2013), Invisibile (2015), Il leone che non voleva morire e altre storie (2017), Kafka senza zucchero (2018) e L’ultima lettera (2019).

Leggi il primo capitolo

1. Notte (non) brava

 

Lame di luce filtrano dalle tapparelle abbassate e mi feriscono gli occhi. Il clangore metallico di un camion della spazzatura proprio sotto la finestra mi trafigge il cervello. Fisso il lampadario inghiottita da una nebbia dolorosa che mi avviluppa in una rete di malumore e inquietudine. Dentro la testa uno scompiglio totale, un concerto cacofonico di strumenti sconosciuti che mi rubano i pensieri. 
Mi giro nel letto, annaspando per emergere da un’alterazione della coscienza mai provata prima. Mi siedo. E la stanza comincia a girare. Mi costringo ad alzarmi e spalanco i vetri, affamata d’aria. 
Nelle orecchie il ronzio di uno sciame di insetti fastidiosi, nella mente una bruma spessa come il velluto del divano su cui ero seduta non molte ore fa – questo almeno lo ricordo bene. E rammento anche la cena cui avevo partecipato: il solito menu di piatti ricercati e discorsi già sentiti, niente di nuovo. Ecco: mai niente di nuovo. Gli stessi colleghi (che tanto, anche se non sono fisicamente sempre quelli, è come se lo fossero), fatti con lo stampino: un condensato di vanagloria e testosterone, poveri citrulli che credono di essere loro a rimorchiarti e non sanno che sei solo tu a decidere.
Be’, che ieri sera io abbia deciso è fuori discussione: il letto è in disordine, nella stanza aleggia un sentore di dopobarba maschile, la mia camicia staziona in un angolo e il bagno è stato visitato da qualcun altro, perché un asciugamano è sistemato in un modo che non mi appartiene. Eppure non ricordo quasi nulla.
A parte il fatto che ridevo, forse per una battuta divertente o perché volevo lasciarlo credere. Qualcuno mi ha tolto il bicchiere di mano, mi ha aiutato ad alzarmi. Non rammento la sua faccia, non riesco a visualizzare che una punta di scarpe maschili, nere, tirate a lucido, con la cucitura che sembra un ghirigoro barocco. Eleganti, costose. Ma non riesco a risalire al piede, a un corpo collegato a quel piede, a una faccia unita a quel corpo. Né a una voce, a un particolare, a qualsiasi dettaglio utile all’identificazione.
Penso che fosse attraente. Non mi sarei mai fatta mettere una mano addosso, neanche ubriaca, neanche per reggermi in piedi, da un uomo che non fosse attraente. Il rischio di ritrovarselo accanto al risveglio è altissimo, se sei bell’e andata, così bisogna almeno evitare che sia sgradevole.  
Non sono una donna che si concede avventure di una notte. E non mi ubriaco mai, detesto perdere il controllo. 
Ma ieri sera le regole non valevano. 
Ieri sera avevo un buco nel cuore, e dovevo riempirlo a tutti i costi per poter sopravvivere fino a questa mattina.

Specifiche

  • Genere: Giallo
  • Collana: I gialli Damster
  • Formato: 14x20
  • Pagine: 200
  • ISBN: 978-88-6810-566-2
  • Anno pubblicazione: 2023
  • Prezzo copertina:: 14

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